L’europeismo del presidente francese dovrebbe essere contagioso
Qualcuno poteva pensare che fosse troppo. Dalla difesa alle università europee passando per la tassa sulle emissioni di gas serra, il tribunale europeo, l’agenzia per l’innovazione, il budget per gli investimenti dell’eurozona o la tassa europea sulle transazioni finanziarie destinata allo sviluppo dell’Africa, nel discorso tenuto alla Sorbona da Emmanuel Macron c’erano talmente tante proposte che si poteva credere, a torto, che fossero troppe.
Sarebbe stato il caso se Macron avesse voluto dettare un programma ai 26 partner della Francia, ma non è così. Macron ha semplicemente presentato tutti i progetti che l’Unione potrebbe sviluppare collettivamente, le idee che i francesi mettono sul tavolo sperando che possano prendere corpo.
Ma saranno tutti gli stati a decidere quali proposte seguire (e quali aggiungere) perché l’essenziale è uscire dall’immobilismo a cui ci hanno condannato il rifiuto popolare per i passi avanti verso l’unità europea decisi a porte chiuse e la paura, che ormai esiste da anni, di qualsiasi azione che possa essere bocciata dagli elettori.
Un posto peculiare sulla scena
Quella che il presidente francese ha presentato il 26 settembre agli stati dell’Unione non è una road-map, ma un appello a risvegliarsi, lanciato con la convinzione di essere l’unico a poter suonare la tromba dell’adunanza e con la consapevolezza che l’elezione di Donald Trump, il ritorno della Russia, l’affermazione della Cina e il terrorismo jihadista hanno riconciliato gli europei e l’Europa rimarcando la necessità dell’Unione.
I fatti danno ragione a Macron. Non per niente il Front national fa marcia indietro sull’uscita dall’euro e le nuove estreme destre sbandano, a prescindere dal successo in Germania. L’opinione pubblica degli stati europei non vuole sentir parlare di uscita dall’Unione, e questo giovane presidente occupa ormai un posto peculiare sulla scena internazionale ed europea.
Ne abbiamo avuto la prova la settimana scorsa, quando Macron ha parlato davanti a Donald Trump e alle Nazioni Unite. La conferma è arrivata il 24 settembre con i risultati delle legislative tedesche, che hanno considerevolmente indebolito Angela Merkel mentre Macron può contare su una vera maggioranza.
Il presidente francese può prendere l’iniziativa in Europa, al contrario della cancelliera, e nessun altro può assumere questo ruolo. Le proposte di Macron sono talmente varie che forze politiche diverse e governi diversi potrebbero approvarne alcune con entusiasmo e al contempo respingerne altre con orrore. Ma resta il fatto che Macron ha aperto il dibattito in Europa e ha intenzione di guidare le danze.
(Traduzione di Andrea Sparacino)