La nazionale di calcio tedesca è un simbolo della nuova Germania, scrive Boubacar Boris Diop.
Youssef Bassal, 39 anni, tedesco di origine libanese e appassionato di calcio, è impazzito di gioia per le prestazioni della nazionale tedesca e ha appeso una bandiera gigante fuori dal suo negozio di cellulari a Berlino.
Alcuni ragazzi hanno strappato la bandiera e Bassal ne ha messa un’altra. I ragazzi sono tornati a distruggerla. Neonazisti? No, sono militanti di estrema sinistra che non hanno nulla contro Bassal ma non sopportano i simboli nazionali tedeschi. Purtroppo per loro, Bassal è una persona ostinata e nessuno può impedirgli di tifare per la sua squadra.
Con tre dei suoi amici, ha organizzato la resistenza. Lo spettacolo è surreale: immigrati turchi, libanesi ed egiziani montano la guardia notte e giorno a una bandiera tedesca che i tedeschi vogliono distruggere! Al centro della contesa c’è una squadra di calcio in cui 11 dei 23 giocatori sono, come Bassal, di origine straniera.
In Francia o nei Paesi Bassi è una cosa normale, ma per la Germania è una novità. Qualche anno fa un dirigente della Bundesliga ha dichiarato con una punta di disprezzo che la Francia senza le sue ex colonie non sarebbe mai diventata campione del mondo. Forse oggi questo dirigente capisce meglio le virtù della diversità, vedendo all’opera i “polacchi” Klose e Podolsky o giocatori come Boateng, Özil e Khedira originari rispettivamente del Ghana, della Turchia e della Tunisia.
Ironia della sorte, la Germania ha scelto il paese di Nelson Mandela per diventare una nazione arcobaleno.
*Boubacar Boris Diop è uno scrittore senegalese. Il suo ultimo libro è * Rwanda. Murambi, il libro delle ossa (e/o 2004).
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