Avrebbe potuto essere la miglior notizia dell’ultimo scorcio del 2010. Senz’altro la più inattesa, anche se, per il principale interessato, non avrebbe avuto alcuna conseguenza pratica.

Nonostante le proteste dei discendenti dello sceriffo Patrick Garrett, che avrebbe ucciso Billy the Kid il 14 luglio del 1881, il governatore uscente del Nuovo Messico, Bill Richardson, ha annunciato la sua intenzione di concedere la grazia al giovane fuorilegge, entrato ormai nella leggenda.

Richardson, dimostrando un grande senso della comunicazione, ha dichiarato di voler mantenere la promessa di uno dei suoi predecessori che s’impegnò a graziare Billy in cambio di una sua testimonianza durante un processo. Di fatto si sarebbe trattato della riabilitazione di un’icona più che quella di un personaggio su cui ancora si discute molto.

Infatti al giorno d’oggi, Billy the Kid è prima di tutto un’immagine, una specie di moderno Robin Hood statunitense: una faccia d’angelo impressa su un cartello sopra la classica scritta “Wanted”. La cultura a stelle e strisce si è da tempo impadronita di lui, trasformandolo nell’eroe di tante canzoni, di tanti romanzi e film.

Riabilitare un’immagine, e quell’immagine in particolare, non poteva che avere un effetto positivo sull’immagine di chi lo ha fatto. Forse il governatore del Nuovo Messico avrebbe potuto aprire nuove prospettive nel modo di fare politica. Ma poi non se n’è fatto nulla.

Internazionale, numero 880, 14 gennaio 2011

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