Tre settimane prima della sua inaugurazione al Musée d’art moderne de la ville de Paris, la prima grande retrospettiva dedicata a Larry Clark (e una delle più complete presentate in Europa) è stata vietata ai minori di 18 anni.
Come se si trattasse di un film troppo violento o di un porno. La decisione arriva dalla Direction des affaires culturelles del comune, messa in guardia sul fatto che nell’esposizione ci sarebbero immagini esplicite di sesso e droga.
Al di là del fatto che nella mostra non c’è niente di pornografico (e neppure di erotico), è la prima volta che viene imposto un divieto del genere. L’assessore alla cultura si è giustificato affermando che “il rischio era accertato”. Ma di quale rischio parla? Che arrivino le solite proteste di qualche associazione bigotta in nome della protezione dell’infanzia?
Vietare la mostra in via preventiva è una forma di censura, che in Francia non esiste. Lo stesso assessore, che non manca di faccia tosta, ha aggiunto: “L’importante è che la mostra si svolga”.
Il carico l’hanno messo i servizi editoriali del comune che hanno rifiutato di pubblicare il catalogo. Troppo rischioso. Sarà stampato a Londra.
Anche Man Ray e Benjamin Perret dovettero stampare all’estero, in Belgio, il catalogo (altrettanto spinto) di 1929. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, mentre un settimanale francese parla di “berlusconizzazione del paese”.
Internazionale, numero 865, 24 settembre 2010
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