Fidel è ricomparso, a Cuba, in diretta tv e in versione integrale. In realtà negli ultimi mesi si era fatto vivo di tanto in tanto, ma questa “ricomparsa”, il 6 agosto davanti al parlamento riunito in una sessione straordinaria, è stata particolarmente spettacolare (e inoltre ha spazzato via definitivamente le voci secondo cui, nelle ultime apparizioni in pubblico, sarebbero stati usati dei sosia).
Stretto come al solito nella sua uniforme verde oliva, con la barba grigia ben curata, un po’ dimagrito ma con lo sguardo vigile, il vecchio animale politico era là, a giocare con le parole, ed era ancora l’icona di sempre. Ha fatto un discorso su Barack Obama e l’Iran. Si è lasciato andare a qualche slancio lirico, ha risposto ad alcune domande sfoggiando un acuto senso dell’umorismo.
La sua capacità di parlare in pubblico sembra rimasta intatta e fa apparire insignificante il fratello Raúl. Naturalmente si vede che è provato e si tiene la mano sinistra con la destra, forse per impedirgli di tremare. Ma non smette di parlare e ripete gli slogan di sempre. Poco dopo la fine della seduta parlamentare, l’edizione del telegiornale si è aperta proprio su questa storica riapparizione, riprendendo estratti della Cnn e della tv spagnola.
In più, proprio il 6 agosto, Cuba ha sconfitto 4 a 3 gli Stati Uniti nella finale del campionato mondiale universitario di baseball. Hasta la victoria siempre.
Internazionale, numero 861, 27 agosto 2010
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