Nel mondo dell’arte, o più precisamente, nel mercato dell’arte, il 2011 si è aperto all’insegna della novità. In un certo senso una novità virtuale, ma anche decisamente materiale, visto che sopra c’è un ricco giro d’affari.

Il 30 gen­naio si è chiusa vipartfair.com la prima fiera dell’arte online, inaugurata il 22 gennaio dopo tre anni di preparazione. Non si tratta di un’asta ma di una vera e propria fiera: 139 gallerie provenienti da trenta paesi, espongono le loro proposte. Ci sono tutti i pesi massimi del settore, anche quelli che raramente partecipano alle fiere. Il principio è quello di una fiera classica, con gli stand virtuali più o meno grandi (e quindi più o meno costosi) affittati alle gallerie.

I vari galleristi si possono contattare via email o via Skype, per prendere accordi e definire gli acquisti. L’interfaccia è ben realizzata, permette di vedere le opere da ogni angolo e di ingrandirle per apprezzarne i dettagli. Il biglietto d’ingresso costa 20 dollari al giorno. Molto meno che per una fiera d’arte non virtuale.

Per i galleristi il ricorso a internet corrisponde all’esigenza di raggiungere più facilmente compratori nei nuovi mercati della Russia, dell’India e della Cina. E non c’è pericolo di sminuire le opere in vendita. Qualcuno, con un po’ troppa enfasi, ha parlato di “democratizzazione dell’arte contemporanea”. A loro gli organizzatori hanno risposto con il nome della fiera: Vip, Viewing in private.

Internazionale, numero 882, 28 gennaio 2011

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