Egoïste è una pubblicazione rara. Anche perché Nicole Wisniak, che l’ha creata più di venticinque anni fa e che si occupa di ogni cosa all’interno di questo ufo editoriale, si attiene alla sua regola d’oro: va in stampa solo quando è pronta. Così il numero 16 è uscito tre anni e mezzo dopo il 15. Un’attesa lunga, ma ne è valsa la pena.
Grande formato, un impaginato classico ed elegante, un’assoluta fedeltà al bianco e nero e un ottimo equilibrio tra esigenze fotografiche e testi in cui premi Nobel per la letteratura convivono con firme dell’Académie française. Per questa uscita (due volumi a 35 euro in edicole selezionate) la sfida di ricordare la morte di Richard Avedon, amico e complice di lunga data. Prova superata brillantemente con, tra le altre cose, una serie di ritratti mozzafiato di Paolo Roversi. Non è possibile entrare nel dettaglio del sommario, ma si può sottolineare l’originalità di una pubblicazione che rifiuta le pubblicità dei suoi inserzionisti più importanti (ritenute troppo banali) e invece crea appositamente per loro delle piccole perle di creatività.
Ne sono una prova le dodici pagine Cartier, firmate da Ellen Von Unwerth, un piccolo e magnifico racconto su un gioiello a forma di coccodrillo. La stessa fotografa firma la copertina principale (ce ne sono due), con un riferimento divertito a Helmut Newton, che è stato collaboratore di Egoïste ai tempi in cui il sottotitolo era ancora “de luxe”.
Internazionale, numero 901, 10 giugno 2011
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