Dalla prima metà di gennaio è tornato in edicola e in libreria il periodico Camera, discendente diretto (il logo è identico e anche il tipo di carta) della rivista che sotto la sapiente guida di Romeo Martinez, negli anni cinquanta, fu un luogo privilegiato per la conoscenza della fotografia nel mondo. Sulle sue pagine si potevano trovare le foto di Jeanloup Sieff, di William Klein, di Robert Franck o dei fotografi giapponesi. Il nuovo Camera fa decisamente riferimento al suo illustre antenato. L’impresa è ambiziosa. Camera, nel solco scavato dal predecessore, ha l’obiettivo di promuovere e diffondere la fotografia, avvicinando il suo mondo al grande pubblico grazie a una tiratura importante e alla massima coerenza nelle scelte dei contenuti.
Struttura semplice, testi in due lingue, grafica chiara e rigorosa. Nel primo numero un grande portfolio dedicato a Françoise Huguier è accompagnato da una lunga intervista e dagli scatti di giovani emergenti proposti dalla fotografa francese. Altre rubriche (come quella dedicata ai libri) non sono all’altezza del resto. Ed è un peccato visto che, avendo scelto di ignorare tutto ciò che è digitale, sia come produzione sia come diffusione, allora c’è da aspettarsi che questo periodico ci dica davvero tutto su tutti i fotografi tradizionali, famosi e sconosciuti. C’è comunque da rallegrarsi per la nuova formula di Camera a cui auguriamo lunga vita.
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