Un’asta di fotografie che si è svolta in questi giorni brilla per la presenza di alcuni esemplari stupefacenti che risalgono agli inizi dell’immagine argentica, di Daguerre, di Herny Fox Talbot e di altri pionieri. Tra le altre cose una serie di dagherrotipi racconta una storia incredibile, che sembra uscita da un romanzo.
Gustave Le Gray, artista dell’ottocento, già affermato quando era ancora in vita e oggi collezionato nel mondo intero, è noto per i paesaggi marini o per le sontuose vedute architettoniche. Ma si sa poco dei suoi dagherrotipi, anche perché li abbandonò molto presto per diventare un virtuoso della carta. Il 6 giugno 2012, durante un’altra asta, è stata venduta una scatola di legno che conteneva sedici dagherrotipi.
Alcuni esperti (tra cui Marc Pagneux) hanno cominciato a investigare su questi oggetti. La loro storia è raccontata nel bel libro Nicéphore.
Cahier de photographie: risalgono al 1848, in piena rivoluzione, e raffigurano amici artisti e familiari di Le Gray, oltre che un autoritratto. Al di là del loro valore commerciale (al momento di andare in stampa ancora non sappiamo a quanto sono stati venduti), sono inestimabili per la storia che raccontano, spezzoni di storia della fotografia nascosti per più di 150 anni in un cassetto. La speranza (e la certezza) che ci siano ancora molte scoperte del genere ad attenderci è un altro aspetto entusiasmante della vicenda.
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