È piuttosto raro che un periodico dedicato all’arte contemporanea s’interessi alla fotografia nel senso più ampio del termine. Ed è ancora più raro che una rivista si ponga come obiettivo, come missione, quella di affermare un punto di vista che rappresenti una rottura con quelli che sono i luoghi a cui tutti guardano quando si parla di arte: New York, Londra, Parigi e più recentemente la Cina e gli emirati arabi.
Perciò Dyptik, rivista che viene pubblicata cinque volte all’anno, a Casablanca, è un oggetto editoriale raro e prezioso. Il suo motto, “L’arte vista dal Marocco”, che compare sotto la testata, spiega chiaramente che Dyptik si occupa di tutto quello che succede nel mondo dell’arte contemporanea, ma a partire da un punto di vista che si pone fuori dai “grandi circuiti”. È un’occasione anche per scoprire l’opera di artisti marocchini, africani e mediorientali, per usufruire di uno sguardo “decentrato” sulle grandi manifestazioni internazionali o per immergersi in reportage originali, come quello dedicato alla fotografia sul web, che è il piatto forte del numero attualmente in vendita.
Capita così raramente di scoprire così tante cose altrove introvabili che è facile perdonare a Dyptik qualche approssimazione grafica e qualche fastidiosa coabitazione di certi redazionali con la pubblicità. Dyptik costa 5 euro, ma fuori dal Marocco, conviene abbonarsi o frequentare il sito.
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