Il turismo è una fonte di entrate essenziale per la Tunisia. Di recente il settore non se la passa particolarmente bene, soprattutto a causa dell’evoluzione politica del paese, dell’influenza sempre più evidente delle tendenze salafite e dei continui conflitti che infiammano il Nordafrica.

Dopo tante campagne pubblicitarie piuttosto spinte, con un retrogusto che evocava quasi inevitabilmente l’idea del piacere, ultimamente una campagna con un orientamento più moderato, puntava sull’elogio dei paesaggi spettacolari, in particolare nel sud del paese, poco lontano da tutti i paesi europei.

Per la promozione di quest’estate, un’astuta declinazione visiva fa ricorso al fotomontaggio (o, nel caso degli spot, a effetti speciali da cinema) e fa coincidere il giorno e la notte, proponendo un programma da sogno. Il turista potrà fare surf sulle onde provocate dalle dune di sabbia del deserto o giocare a golf sul green di Monastir, incastonato nelle rovine romane dell’anfiteatro di El Jem.

La realizzazione è perfetta, la visione proposta è al tempo stesso stravagante e lussuosa, colta e ammiccante. E la follia temporale, questa impossibile unione di elementi, è efficace e seducente. Ma dissimula completamente la realtà attuale del paese. Se decideremo di andare in vacanza nel mondo reale, la meta non potrà certo essere la Tunisia.

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