In Cambogia le ultime elezioni hanno seriamente rimesso in discussione l’enorme potere del primo ministro Hun Sen. Il suo regime ha venduto ampie porzioni di territorio ad aziende vietnamite, cinesi e coreane che radono allegramente al suolo la foresta. In questo modo ha compiuto una svolta decisa verso l’autocrazia assoluta. I mezzi d’informazione, con l’eccezione di qualche testata in lingua inglese, sono posseduti direttamente da persone molto vicine al regime o comunque, come nel caso della televisione, prendono ordini direttamente dal governo.

Il 12 novembre si è svolta una manifestazione di operai del settore tessile che è stata brutalmente repressa dalla polizia. Le forze dell’ordine hanno sparato sulla folla uccidendo un venditore ambulante che si trovava sul luogo dove i manifestanti si erano radunati. I mezzi d’informazione hanno minimizzato l’accaduto, parlando della manifestazione in un modo che si potrebbe definire caricaturale. Ma questa volta sono stati clamorosamente smentiti da una serie di video postati su YouTube e su Facebook. I social network stanno diventando un punto di riferimento sempre più importante per i giovani che assumono posizioni sempre più radicali. È attraverso questo contropotere, più che nel parlamento, che si muove la vera opposizione.

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