Sappiamo che la storia della fotografia è abbastanza etnocentrica, che fuori dell’Europa e degli Stati Uniti per molto tempo non c’è stato praticamente nulla se non immensi territori inesplorati e che ne rimangono ancora molti da esplorare.
È anche vero che la storia e gli avvenimenti di cronaca sono stati raccontati dalla stampa statunitense, britannica o francese negando il talento di operatori locali che pure non mancavano. Ma oggi possiamo riscoprire intere sezioni di iconografie dimenticate o comunque ignorate.
La Fondation arabe pour l’image da qualche anno si è impegnata a salvare dalla distruzione e a restituire al pubblico un universo intero di cui non sappiamo quasi niente. Almeno dal punto di vista delle immagini.
Tanto per fare un esempio, Image festival, che finisce proprio alla fine di marzo ad Amman, in Giordania, fornisce l’occasione di scoprire straordinarie immagini realizzate dai padri domenicani della Scuola biblica di Gerusalemme o, malgrado le stampe di scarsa qualità, tante immagini della regione tra il 1920 e il 1960.
Meglio ancora fa la galleria Dar Al Anda che espone una serie di ritratti sconosciuti riuniti in due libri: realizzati in studio o all’aperto da Hashem El Madani a Sidone, in Libano. E c’è ancora tanto da fare e da scoprire.
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