Grazie a una serie di notevoli vendite all’asta, a volte sensazionali – come una stampa d’epoca di Diane Arbus venduta a 500mila dollari dopo appena dieci minuti dall’apertura – ParisPhoto si è confermata la fiera della fotografia più importante del mondo.

E anche per l’attivissimo universo parallelo dei libri fotografici, che resta marginale nel pandemonio del Grand palais, la fiera è stata un ottimo punto di osservazione. Gli editori, grandi e piccoli, sono stati accerchiati dai compratori di antichità, pronti a negoziare prezzi in continuo rialzo per le nuove rarità del mercato dei collezionisti, provenienti da Sudamerica e Giappone. Possiamo scommettere che la Cina non ci metterà molto a fiutare l’affare e a sbarcare alla fiera.

Per quello che riguarda i libri contemporanei, al di là delle grandi star che firmavano copie su copie, le sorprese più interessanti sono arrivate dai piccoli editori, indipendenti o comunque poco distribuiti, che hanno saputo guadagnarsi la loro nicchia con oggetti creativi, a tiratura limitata, molto curati e molto rischiosi. D’altra parte si viene alle fiere a cercare quello che di solito non si trova. Grande interesse ha destato l’assegnazione dei Photobook awards a cura della Aperture foundation. Grande vincitore: Nicolò Degiorgis con il suo Hidden islam. Bravo.

Questo articolo è stato pubblicato il 5 dicembre 2014 a pagina 100 di Internazionale, con il titolo “ParisPhoto 2014”. Compra questo numero | Abbonati

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