Tanti auguri di buone feste e di buon anno nuovo. Non è facilissimo riuscire a mettere in discussione la sincerità di certe formule abusate (anche se in molti casi sarebbe quantomeno salutare). Ma non si può fare a meno di constatare che l’accelerazione continua a cui ci sottopone il mondo di oggi finisce per corrompere anche gli auguri fatti con le migliori intenzioni.

Le ultime feste hanno confermato una tendenza che va avanti da un po’. Le decorazioni natalizie con il loro carico di inviti a consumare il più possibile, vengono tirate fuori sempre prima.

Gli sballottati consumatori rispondono a questi stimoli cominciando a inviare i loro auguri molto prima di capodanno. E invece dovrebbe essere il contrario: fino a gennaio inoltrato dovrebbe essere normale poter augurare buon anno a chiunque si incontri o si contatti. Senza contare che il rituale è ormai completamente smaterializzato. Niente più biglietti.

Meglio un sms collettivo magari accompagnato da faccine e altri “messaggi digitali” pensati per noi da menti eccellenti che riescono anche a infilarci qualche pubblicità occulta. E così gli auguri sono sempre più prematuri, uguali e totalmente privati del senso.

Di buono c’è che possiamo tranquillamente decidere di non rispondere.

Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2015 a pagina 114 di Internazionale, con il titolo “Senza risposta”. Compra questo numero | Abbonati

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