Da qualche anno Hsbc, uno dei più grandi e potenti gruppi bancari del mondo, ha invaso terminal e corridoi degli aeroporti con una delle campagne pubblicitarie più astute degli ultimi anni. Usa serissimi giochi di parole, giochi di immagini, giochi sulle analogie e sui contrari, con un’efficacia che non si vedeva dai tempi delle sconvolgenti pubblicità di United colors of Benetton.
Gli slogan sono molto edificanti: “In futuro tutti i mercati saranno emersi”, “In futuro il commercio tra sud e sud sarà la norma, non l’eccezione”, “Lo 0,3 per cento dell’energia solare del Sahara potrebbe dare elettricità a tutta l’Europa”, “Essere aperti al mondo significa comprendere le differenze”. Gli slogan sono tutti ben riusciti. Sono messaggi di buona qualità, costruiti intorno a concetti politicamente corretti e di fatto inattaccabili. Ma rischiano di ricevere un brutto colpo a livello di credibilità dopo l’esplosione dello scandalo Swissleaks, come lo hanno chiamato sui mezzi d’informazione.
A parte il riciclaggio di denaro e altri piccoli peccatucci finanziari, si parla di miliardi di euro provenienti da frodi fiscali e coperti dal segreto bancario. Adesso ci vorrebbe un’altra campagna intelligente e riuscita per rimediare al danno d’immagine che ha subìto il colosso bancario con le sue promesse di un futuro radioso.
Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2015 a pagina 88 di Internazionale, con il titolo “Un avvenire non proprio radioso”. Compra questo numero | Abbonati
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