Ogni giorno che passa aumenta la nostalgia per la fotografia storica, quella di prima che i pixel prendessero il sopravvento. Dopo la moltiplicazione di apparecchi digitali che riproducevano l’aspetto delle più gloriose macchine fotografiche dei tempi andati, dalla Leica alle più tipiche reflex, si è arrivati all’annuncio di un effettivo ritorno di produzione industriale della pellicola.

In un momento in cui sono sempre di più i giovani che tornano a praticare la fotografia analogica, fino a riappropriarsi di tecniche antiche come la stampa al platino o la cianotipia sia per le loro qualità espressive che per la loro durevolezza nel tempo, la Kodak ha ripreso in mano la situazione. L’azienda di Rochester, infatti, ha annunciato di voler riprendere la produzione della linea di pellicole Ektachrome. Un tipo di film che ha fatto la felicità di fotografi e registi cinematografici per la sua grana finissima e la sua ricchezza cromatica.

L’azienda si giustifica così: “Stiamo assistendo a una rinascita diffusa della fotografia su pellicola. Kodak s’impegna dunque a produrre pellicola come supporto insostituibile per permettere ai creatori d’immagini di realizzare la propria visione. Siamo orgogliosi di rimettere sul mercato questo classico”. A questo punto, invece di parlare di morte della fotografia converrebbe cominciare a distinguere tra immagine digitale di massa e fotografia espressiva o professionale.

Questa rubrica è stata pubblicata il 27 gennaio 2017 a pagina 86 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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