Il cinema cambogiano, che ci si creda o no, ha avuto un’età dell’oro negli anni sessanta e settanta. Tra il 1960 e il 1975, prima che i khmer rossi distruggessero praticamente tutto, lasciando solo cinque lungometraggi e qualche rullo sparso, nel paese furono realizzati circa seicento film. Si cimentò nel cinema addirittura il re Norodom Sihanouk, con alcuni lungometraggi molto leggeri, in cui recitava e, in alcune occasioni, cantava.
Perciò fa un certo effetto vedere ovunque grandi cartelloni pubblicitari che annunciano First they killed my father, il nuovo film di Angelina Jolie tratto dal saggio autobiografico di Loung Ung, Il lungo nastro rosso. Il manifesto, che ricorda un po’ i poster di Shepard Fairey, mostra un enorme fiore di loto stilizzato. I suoi colori, rosa acceso su fondo crema, hanno caratterizzato il grande evento di lancio del film, che si è svolto ad Angkor, alla presenza del re. Il regista Rithy Panh (S21: la macchina di morte dei khmer rossi, L’immagine mancante) è coproduttore insieme all’attrice statunitense di un film che sembra volersi rivolgere al grande pubblico. E la grande campagna pubblicitaria è stata organizzata dalla piattaforma di streaming Netflix che è dietro a tutto il progetto e pubblicherà il film il prossimo autunno. Netflix in Cambogia: questa sì che è una sorpresa.
Questa rubrica è stata pubblicata il 19 maggio 2017 a pagina 98 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati
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