Nonostante abbia scritto e chiamato un gran numero di persone, per alcuni giorni l’unica certezza è stata questa: sulla stepchild adoption in Italia c’è grande confusione.
Questo termine inglese generalmente si riferisce alla procedura agevolata per l’adozione dei figli biologici o adottivi del proprio coniuge. In Italia ha recentemente fatto il suo ingresso nell’ambito del dibattito sulle unioni civili per persone gay e lesbiche, per definire l’adozione dei figli del proprio partner in una coppia omosessuale.
Nel mio ultimo post avevo fatto notare che nel disegno di legge presentato dai senatori renziani Andrea Marcucci e Isabella De Monte questa possibilità non fosse più contemplata, nonostante fosse un principio che Matteo Renzi avesse ormai fatto proprio.
Ebbene, nei giorni seguenti all’uscita del pezzo mi sono arrivate segnalazioni sul fatto che la stepchild adoption fosse invece ancora contenuta nel ddl. Ma fonti altrettanto attendibili, compresi alcuni firmatari della legge stessa e i vertici di diverse associazioni lgbt, continuavano a ribadire il contrario.
Ci ho messo qualche giorno a trovare il testo definitivo del disegno di legge (che sul sito del senato non è ancora disponibile) e ho finalmente scoperto che la stepchild adoption c’è. E non solo quella. Ecco cosa dice:
*ART. 230-SEPTIES
(Della filiazione delle parti che hanno contratto un unione civile).
In caso di unione civile la parte contraente è considerata genitore del figlio dell’altra parte fin dal momento del concepimento in costanza di unione civile, anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita.
La parte dell’unione civile può adottare il figlio minore anche adottivo dell’altra parte dell’unione. A tali casi si applicano le disposizioni di cui al Titolo IV, della legge 4 maggio 1983, n. 184 relative all’adozione da parte del coniuge dei minori figli anche adottivi dell’altro coniuge.*
La confusione forse è derivata dal fatto che il testo non include un diritto pieno all’adozione, e che quindi molti politici e giornalisti hanno ripetuto a pappagallo “questa legge non si occupa della questione figli”.
Non è cosa da poco invece il fatto che contenga una disposizione chiara sull’omogenitorialità, che sarebbe riconosciuta almeno in caso di fecondazione assistita o di figli adottivi o biologici già nati.
Oltre a tutti i paesi europei che già riconoscono i matrimoni gay (Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Gran Bretagna) , la stepchild adoption nelle unioni civili è prevista anche dagli ordinamenti di Austria, Slovenia, Finlandia, Germania e Groenlandia.
Continuo a pensare che il Partito democratico non possa sostenere niente di meno del matrimonio gay anche per l’Italia. Ma apprezzo la coerenza di Renzi che per ora non ha fatto passi indietro rispetto alle sue promesse. E una volta letto il testo definitivo è innegabile che questa legge, se passasse senza ulteriori compromessi, porterebbe l’Italia almeno a un livello di decenza nella tutela delle coppie omosessuali.
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