Dopo qualche anno lontano da casa, nostra figlia è tornata a vivere con noi per continuare a studiare. È molto irritabile e insoddisfatta ma non può permettersi un’altra sistemazione. Come va gestita questa convivenza forzata? –Paolo

Quando assapori la libertà di gestire il tuo spazio, senza nessuno che ti risponda male e ti imponga orari diversi dai tuoi, tornare indietro è davvero dura. E parlo di te, non di lei. L’unico modo per non impazzire è cambiare le regole della coabitazione: una figlia che ha passato anni fuori casa ormai è adulta e indipendente, e va trattata come tale. Sarebbe folle continuare a comportarvi da genitori, molto più sano diventare coinquilini, con uguali diritti e doveri. Vai da tua figlia e dille: “Questa casa è un albergo”.

Lei potrà entrare e uscire quando vuole, decidere di studiare la notte e dormire di giorno e, ebbene sì, far restare il suo ragazzo a dormire. Ma dovrà tenere la sua stanza in ordine e, a turno con voi, cucinerà, pulirà i bagni e farà il bucato. Per mettere in chiaro il vostro nuovo rapporto, l’ideale sarebbe farle pagare un piccolo affitto. Se non può permetterselo contribuisca come può, per esempio facendo la spesa una volta a settimana o pagando la bolletta della luce. Una convivenza alla pari sarà più facile per tutti. E poi, quando lei spiegherà di nuovo le ali, tornerà a essere la vostra bambina da opprimere e straviziare senza vergogna.

Internazionale, numero 954, 22 giugno 2012

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