Pochi giorni fa anche il mio secondo figlio ha lasciato casa, e l’Italia. Che senso ha costruire una bella famiglia se poi la logica del lavoro la separa? –Emma

Spesso gli italiani che vivono in Italia non sanno quanto sia bello venirci in vacanza. Io l’ho scoperto da tre anni, cioè da quando abito in Svizzera.

Il giorno in cui io, mio marito e i miei figli ci siamo trasferiti, mia madre era in lacrime: è vero che non stavamo andando lontano, ma era la fine delle sue due-tre visite a settimana o del pranzone della domenica. Credeva che i nipoti li avrebbe visti molto meno. Questo perché non aveva fatto i conti con quanto sia bello venire a Roma quando ci trovi dei nonni ansiosi di fare da babysitter mentre tu fai il giro in Vespa delle gelaterie della città.

Di recente, quando mia madre si è comunque lamentata che vede i nipoti molto meno di prima, ho preso la calcolatrice e ho fatto i conti: passare con loro le vacanze di Natale, Pasqua e tre settimane d’estate equivale a un totale di 672 ore diurne. Vale a dire: come se li vedesse due ore al giorno per 365 giorni all’anno. Vale a dire: molto più delle due, tre visite a settimana di quando eravamo a Roma!

Forse i tuoi figli sono andati più lontano della Svizzera, ma comunque non sottovalutare il bel paese, e neanche la vostra bella famiglia. Perché le cose belle si apprezzano di più quando sono distanti e la voglia di tornare sarà sempre tanta.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it