Papa Francesco è la persona dell’anno per The Advocate, uno dei più importanti magazine lgbt d’America e del mondo.
La nota pubblicata dalla direzione del settimanale spiega che, pur non essendo ancora sostenitore degli omosessuali secondo gli standard attuali, il pontefice ha generato con le sue dichiarazioni e i suoi segnali d’apertura uno storico cambiamento nell’atteggiamento della chiesa cattolica nei confronti dell’omosessualità e ha aperto una riflessione all’interno della sua enorme comunità di fedeli.
Una dichiarazione tra tutte, l’ormai nota “Se una persona è gay, e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicare?”, pronunciata davanti ai giornalisti durante il viaggio di ritorno da Rio De Janeiro a Roma.
La sera in cui Bergoglio è stato eletto papa, il mio commento su Facebook è stato: “Benvenuto papa Francesco, ci stai già sul cazzo”.
Quella che poteva sembrare una battuta ha raccolto centinaia di consensi e mi ha fatto litigare con qualche amico. In realtà però non era una semplice battuta, ma un modo leggero per dire una cosa importante: sulla questione dell’omosessualità la chiesa cattolica sbaglia, ha sbagliato per secoli e quindi fino a prova contraria un papa parte da una posizione di torto marcio. L’onere della prova per dimostrare il contrario spetta a lui.
Dopo quella prima uscita però ho tenuto la bocca chiusa, e ho seguito senza mai commentare e con una certa diffidenza i segnali d’apertura di cui parla la direzione di The Advocate.
A distanza di mesi, dopo aver visto che non erano solo parole al vento ma un effettivo cambiamento, oggi posso dire di essere d’accordo con il riconoscimento di The Advocate.
È chiaro che un papa favorevole ai matrimoni omosessuali sarebbe una cosa ancora impensabile. Ma francamente fino a qualche mese fa era impensabile qualunque altra cosa che non fosse disprezzo e discriminazione.
E anche se Bergoglio non ha detto nulla di sostanzialmente diverso rispetto alla posizione ufficiale della chiesa sull’omosessualità, secondo me ha il grande merito di aver cominciato a togliere la pressione da questo tema, di parlarne con toni più pacati, più rispettosi.
Insomma, non è tanto quello che dice ma come lo dice che crea un clima più disteso.
E infatti la sua dichiarazione che mi è piaciuta di più risale a settembre, quando ha detto: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi”. Finalmente in quel cupolone qualcuno l’ha capito.
E fosse anche solo per questo, oggi gli direi: “Benvenuto papa Francesco, ma lo sai che alla fine non sei così male?”.
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