Sono incinta di quattro mesi ed ero sicura di aspettare una bambina. La notizia che invece è in arrivo un maschietto mi ha un po’ delusa: sono già una madre snaturata?–Fabrizia
Anni fa la mia amica Simona mi spiegò la teoria secondo cui le persone in equilibrio con se stesse desiderano figli del proprio sesso. Quel paio d’anni in cui era stata iscritta a psicologia prima di cambiare strada le erano bastati per decretare che “nessuna donna sana di mente potrebbe volere un maschio: se lo desidera vuol dire che è misogina e si sente inferiore agli uomini”.
Ovviamente ora Simona è madre felice di due bei ragazzotti e sono certo che, anche se non ha cambiato idea sulla superiorità del genere femminile, non desidera altro che loro. La realtà è che avere un figlio maschio è una sfida stimolante. Viviamo in un’epoca in cui il maschio eterosessuale è ancora imprigionato nel suo ruolo di uomo forte e carrierista, per cui mostrare qualunque forma di emotività e dolcezza è causa di vergogna.
Jane Fonda, che insieme a Simona è la mia altra fonte di saggezza, durante una conferenza sulla condizione femminile ha detto che la priorità assoluta è cominciare a crescere uomini emotivamente alfabetizzati. Educare un figlio maschio al rispetto e alla parità è una straordinaria opportunità di opporsi alla discriminazione e alla violenza contro le donne. Io sono felice che Simona abbia avuto due maschi, perché tirerà su due uomini emotivamente sviluppati.
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