Sto divorziando da mio marito e ti chiedo: perché mi sembra che la legge invece di aiutarci ci renda le cose ancora più difficili?–Betta

Secondo l’Istat il 49 per cento dei matrimoni italiani si conclude con una separazione o un divorzio. Ma noi continuiamo a considerarlo un imprevisto e per concludere un matrimonio accettiamo di affrontare un procedimento lento, costoso e pesante sul piano personale.

Trattiamo la separazione come un’eccezione e non ci siamo accorti che ormai è la norma. Che ci piaccia o no, i divorzi sono diventati frequentissimi e le proposte di riforma sul “divorzio breve” sono un legittimo tentativo di adottare un approccio più pragmatico, risparmiando dolore e soldi a un gran numero di italiani. Come al solito, però, le voci assordanti dei “paladini della famiglia” riescono a distrarre la politica dalla realtà dei fatti.

Anni fa sulla stampa svizzera ho letto la proposta provocatoria di una sociologa che proponeva il matrimonio a termine: se non c’è domanda di rinnovo, ogni matrimonio si considera automaticamente sciolto dopo dieci anni, senza ulteriori lungaggini burocratiche né parcelle legali da capogiro.

Mi diverte pensare a come cambierebbe la dinamica di coppia quando si entra nell’anno del rinnovo: forse molti, invece di ritrovarsi alla deriva senza sapere come, sarebbero spronati a ritrovare lo slancio e a tirar fuori il meglio di sé per essere riconfermati dal coniuge.

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