Il parco dove gioca mia figlia è pieno di cacche: ma i padroni dei cani proprio non ci pensano ai bambini?–Barbara
In un ventoso pomeriggio di fine agosto ho portato i bambini sul forte di Charlottenlund, un parco sul lungomare a nord di Copenaghen dove i cannoni arrugginiti sono ancora puntati verso l’antica nemica Svezia.
Mentre contemplavo il romantico panorama con mio figlio più piccolo dall’alto di una collinetta, lui ha infranto la magia del momento dichiarando: “Cacca!”. Erano i primi giorni senza pannolino e non sarei arrivato a un bagno in tempo: gli ho calato i pantaloni e gliel’ho fatta fare lì, a due passi dal cannone.
Dopo averlo pulito, siamo andati a prendere una bustina in macchina e, tornando indietro, ho notato un cane che correva sulla collinetta seguìto dal padrone. Arrivati in cima, la cacca di mio figlio non c’era più. Sparita. Mi sono guardato intorno e ho visto il padrone del cane che si allontanava con un sacchetto in mano: l’aveva raccolta lui, pensando che fosse del suo cane.
Stavo per gridargli: “Si fermi! Ha raccolto la cacca sbagliata!”, ma poi mi sono fermato. Perché a quel tizio scoprire di aver maneggiato le feci di mio figlio avrebbe fatto davvero schifo. Ma anche perché mi sono vergognato.
Ti racconto questo drammatico episodio per dimostrarti che a volte i padroni di cani sono perfino più civili di noi genitori. E quindi ti chiedo: sei proprio sicura che quelle cacche ai giardinetti siano tutte cacche di cane?
Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2015 a pagina 10 di Internazionale, con il titolo “Genitori e padroni”. Compra questo numero | Abbonati
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