Non sono più un ragazzo e ancora lascio il posto agli anziani sull’autobus. Mi chiedo con dispiacere perché questa usanza stia scomparendo tra i più giovani. –Tony

“La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori”. A quanto pare il filosofo Socrate, scomparso nel 399 aC, era già arrivato alla stessa conclusione. E non era il primo: “Non ho più speranza alcuna per l’avvenire del nostro paese, se la gioventù d’oggi prenderà domani il comando”, scriveva il poeta greco Esiodo più di trecento anni prima, “perché è una gioventù senza ritegno e pericolosa”. E ancora: “Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana”. Questa è una citazione di un sacerdote egiziano che risale al Duemila. Avanti Cristo, ovviamente.

Invece, della violenza degli alunni nei confronti degli insegnanti se ne occupa La Repubblica: non il quotidiano, ma l’opera di Platone del quarto secolo avanti Cristo: “Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori”. Ci lamentiamo della maleducazione dei giovani fin dalla notte dei tempi, ma io penso che la responsabilità vada condivisa con la generazione precedente: se i giovani non lasciano il posto a un anziano sull’autobus è anche perché nessuno gli ha insegnato quanto sia importante farlo.

Questa rubrica è uscita il 15 giugno 2018 nel numero 1260 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero| Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it