Amo il Natale, ma con la nostra famiglia numerosa diventa un tour de force. Consigli per diminuire lo stress? –Enrica
Anche io amo il Natale. Colleziono decorazioni dell’albero e già a fine novembre mi rimpinzo di pandoro e torrone, mentre la casa pullula di candele e lucine intermittenti, e risuonano musiche natalizie. Con l’arrivo dei figli poi – e il ritorno di Babbo Natale, i lavoretti, le recite – il mio spirito natalizio è ulteriormente cresciuto. Forse troppo. Da qualche anno l’organizzazione del Natale – con il suo carico di feste, regali da fare, parenti da coinvolgere e aspettative da soddisfare – ha cominciato ad affaticarmi. Al punto che giorni fa mi sono ritrovato a pensare: “Speriamo che passi in fretta, così si torna a respirare”. Ho forse perso la magia del Natale?
Ne ho parlato con la mia amica Tommasa, che ha sessant’anni e mi ha raccontato com’era il suo Natale tanti anni fa: “Piangevo ogni anno. Caricavamo i bambini in macchina e la riempivamo all’inverosimile di regali e cose da mangiare, e poi cominciava la lunga traversata verso la Puglia, dove ci aspettavano impegni infiniti e parenti da vedere. E io piangevo, perché non volevo andarci, volevo farmi delle vacanze vere e riposarmi”. Stavo per piangere anch’io, ma ha continuato: “Oggi però mi mancano tanto quei Natali. Molti parenti non ci sono più, i figli sono grandi e la famiglia si è ristretta. Quella bolgia felice non c’è più”.
Forse questa è la chiave per neutralizzare lo stress del Natale in una famiglia numerosa: immagina quanto ti mancherà quando non sarà più così.
Questo articolo è uscito sul numero 1338 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati
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