Ho un figlio di 13 anni e vorrei farlo visitare da un andrologo. Il mio ex marito, padre del ragazzo, pensa che sia eccessivo e che dall’andrologo bisogna andarci se c’è qualcosa che non va. Vale la pena portare avanti l’ennesimo conflitto o non è una battaglia fondamentale?–Mariella
Negli ultimi decenni abbiamo cominciato a parlare ai figli maschi di alcuni aspetti fondamentali di una sana vita sessuale, come l’importanza del consenso o degli anticoncezionali, ma nel frattempo abbiamo fatto passi indietro sulla loro salute sessuale. Con l’abolizione della leva obbligatoria e della visita dei “tre giorni” abbiamo infatti perso l’abitudine di effettuare uno screening di massa sui diciottenni, i quali, secondo gli ultimi dati resi disponibili dal distretto militare di Roma, presentavano nel 70 per cento dei casi patologie più o meno serie. Parliamo di varicocele, fimosi, ipospadia, ma anche di tumore ai testicoli.
Come avviene per le ragazze, una visita andrologica è assolutamente consigliabile per i ragazzi di 14 anni e va poi ripetuta regolarmente fino alla fine dello sviluppo. Con l’inizio della vita sessuale, infatti, potrebbero entrare in scena altri problemi, come l’eiaculazione precoce o le disfunzioni erettili che, se il ragazzo non sente di poter trattare come qualunque altro disturbo, rischiano di causare danni psicologici e avere effetti devastanti sulla sua vita sessuale. Quindi devi convincere il padre non solo dell’importanza di questa visita medica ma anche ad accompagnarcelo lui stesso. Ho il sospetto che avrà molto da imparare.
Questo articolo è uscito sul numero 1378 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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