Un ribelle dell’Esercito siriano libero ad Aleppo, il 14 novembre 2013. (Molhem Barakat, Reuters/Contrasto)

La Siria è diventata uno dei posti più pericolosi al mondo per giornalisti e fotografi. I mezzi di informazione hanno progressivamente ridotto la loro presenza, soprattutto nelle zone controllate dai ribelli.

Nel 2013 tra i giornalisti arrivati nel paese per raccontare il conflitto, 29 sono stati uccisi, 61 sono stati rapiti e circa 30 sono ancora sotto sequestro.

Molhem Barakat era siriano e aveva 18 anni, lavorava da freelance per l’agenzia di stampa britannica Reuters ed è morto lo scorso dicembre durante uno scontro tra ribelli e truppe governative.

Dopo la sua morte in molti si sono interrogati sull’opportunità di ingaggiare un fotografo adolescente in quell’area, sulle pratiche giornalistiche della rete di fotografi locali spesso legati ai ribelli e su come la Reuters li protegga.

Un post di James Estrin sul blog di fotografia del New York Times, con una gallery di fotografie di Molhem Barakat. (mm)

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