Scherzo di follia, 1861–67. (Pierre-Louis Pierson)

La fotografa Diane Arbus una volta disse: “Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate”.

Così come la macchina fotografica può essere il mezzo per rivelare quello che altrimenti non vedremmo, può anche essere lo strumento da cui ci si nasconde per proteggere la propria privacy o al contrario quello che si cerca per apparire.

Now you see it, photography and concealment in mostra al Metropolitan museum of art di New York, esplora il rapporto complesso della fotografia con l’occultamento e la rivelazione.

L’esposizione, aperta al pubblico fino al 1 settembre 2014, presenta 25 opere di artisti dalla fine dell’ottocento a oggi che hanno usato l’obiettivo per rivelare soggetti generalmente nascosti o che invece hanno scelto di fotografare l’atto di nascondersi. Come, per esempio, il ritratto scattato da Bill Wasilevich nel 1946 subito dopo l’incriminazione di Jimmy “One Eye” Collins. (mm)

(Bill Wasilevich, Steve Schapiro/Corbis)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it