La schermata dell’Afp con un’immagine delle esecuzioni e la didascalia, così come arriva ai giornali. (Afp)
Nei giorni scorsi tutte le principali agenzie di stampa internazionali, tra cui l’Agence France-Presse (Afp), hanno distribuito le foto delle esecuzioni compiute dai jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil).
Sono chiaramente immagini di propaganda, concepite per seminare il terrore e dimostrare la forza del gruppo armato. Allora perché pubblicarle? Nel suo blog, Correspondent, l’Afp spiega che le considera dei documenti storici, rivelatrici dell’estremo grado di violenza in Iraq. Anche se pensate per la propaganda, sono ricche di informazioni.
Come sempre in questi casi, l’Afp ha dichiarato in modo chiaro la provenienza delle immagini nelle didascalie. Evidenziando il rischio di possibili manipolazioni.
Prima di diffonderle, l’agenzia ha fatto alcune verifiche: ha esaminato le foto con un programma chiamato Tungstene, che rivela le alterazioni compiute con i software di fotoritocco. Ha riscontrato solo modifiche marginali. Come il fumo, o polvere, nella foto qui sopra, aggiunto o aumentato probabilmente per nascondere qualcosa. E il volto dell’uomo in primo piano sulla sinistra, che è stato oscurato.
L’Afp spiega inoltre di aver evitato di distribuire gli scatti eccessivamente violenti, come quello di un combattente che tiene in mano una testa mozzata.
Bisogna anche tenere conto, continua l’Afp, che le immagini distribuite non vanno direttamente al grande pubblico, ma ai giornali, che a loro volta fanno delle scelte.
Roger Tooth, direttore della fotografia del Guardian, spiega per esempio che il suo giornale ha deciso di pubblicarle, evitando quelle più forti, anche perché la statunitense Associated Press (Ap) ha affermato di averle verificate e di aver trovato conferme in altri resoconti della stessa agenzia. (eb)
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