Marina Weisband (Foto di Alex Domanski, Reuters/Contrasto)

In Italia, dove la politica è saldamente nelle mani di uomini over 60, sarebbe un fenomeno inimmaginabile. Marina Weisband, ventiquattrenne studentessa del giovane Piraten-Partei, il partito dei pirati, è senz’altro la figura più suggestiva nel mondo politico tedesco degli ultimi anni: colta, attraente, ironica e retoricamente abilissima. I talkshow delle tv tedesche se la sono contesa per mesi. Celebrata dai media come “la bella piratessa” e addirittura come Lichtgestalt (figura luminosa), ha retto solo un anno come segretaria del suo partito.

In aprile si è dimessa: “Non sopporto lo stress, ho problemi di pressione e devo scrivere la mia tesi di laurea”, ha detto. Ma questa settimana è tornata improvvisamente alla ribalta con

[una lunga intervista][1] al settimanale Der Spiegel, annunciando la sua probabile candidatura alle prossime elezioni politiche nel 2013. Dopo il sorprendente successo in alcuni Länder, gli stati federali tedeschi, ora i pirati sono in calo nei sondaggi e sperano che la fascinosa studentessa e pittrice possa trascinarli sopra la soglia del 5 per cento.

Weisband, nata a Kiev da una famiglia ebrea, esprime i suoi dubbi con disarmante sincerità. ” Non so se sono fatta per questo mestiere. Critiche, emozioni, conflitti non mi lasciano indifferente. Forse non ho la pelle abbastanza dura per la politica. Il rischio di veder deluse le speranze e le proprie aspettative e di rovinare la mia vita privata è altissimo”.

Uno dei segreti del suo successo sta nella miscela molto personale di ingenuità, emozione e antipolitica. “Siamo governati da persone stressate che dormono poco”, sostiene Marina, che giudica la Merkel “umanamente simpatica”, ma rifiuta la sua “politica di potere”.

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Sa di essere attraente, ma rifiuta l’attenzione sulla sua persona: “La politica non deve mai concentrarsi sulle persone singole. Io qui a Münster posso vivere come una studentessa normale.” Weisband gestisce due diverse pagine web. Una privata e una politica. In entrambe sfoggia la sua autoironia: “Passo metà delle mie giornate con il mio laptop seduta a un caffè, giusto per adeguarmi al cliché”.

Si lamenta delle molte offese antisemite e degli stalker che la perseguitano: “Per fortuna uno di loro ora è in psichiatria.” Interviene spesso in modo molto personale nei dibattiti su problemi sociali o politici, come nella polemica sulla circoncisione vietata da un tribunale di Colonia: “Mi arrabbio quando i maschi parlano del corpo femminile. Perché non hanno la più pallida idea di cosa stiano parlando”.

Weisband, arrivata dall’Ucraina a sei anni senza parlare il tedesco, a scuola si è sentita sempre un’outsider: “Mi consideravo inadeguata ed ero convinta di non saper fare nulla”. Ora si prende una bella rivincita: “Essere accettata mi dà una grande soddisfazione”.

Dopo le prossime elezioni Marina Weisband potrebbe essere uno dei personaggi più interessanti del nuovo parlamento tedesco. Una donna abile ad abbinare l’antipolitica a scelte apparentemente borghesi: recentemente ha messo su internet il suo anello di fidanzamento.

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