Silvio Berlusconi è tormentato dall’incubo della sua esclusione definitiva dal mondo politico. Condannato a quattro anni (di cui tre coperti da indulto) per frode fiscale, espulso dal senato, attende con ansia la decisione del tribunale di sorveglianza.
Il 10 aprile il suo destino sarà nelle mani di due giudici e due consulenti, uno psicologo e un esperto di diritto penitenziario, che devono valutare se accogliere la richiesta di affidamento ai servizi sociali. Secondo alcune indiscrezioni sarà assegnato a una struttura per disabili anziani nell’hinterland milanese, dove andrebbe solo per sei ore alla settimana: un servizio sociale in versione light. Tra spacciatori, ladri e altri condannati quello di Berlusconi sarà solo uno dei cinquanta casi su cui il tribunale deve esprimersi giovedì. Per rendere pubblica la sentenza i giudici hanno cinque giorni di tempo.
Puntualmente la corte di Strasburgo ha rigettato la procedura d’urgenza in merito alla candidatura di Berlusconi, il cui nome compare comunque sulla scheda per le europee. Ora l’ ex premier ed ex Cavaliere si aggrappa all’ultimo barlume di speranza: che i giudici gli garantiscano l’agibilità politica permettendogli di partecipare alla campagna elettorale. Quello che Berlusconi teme di più è infatti un bavaglio totale per le europee, che però pare abbastanza improbabile. I giudici potrebbero scegliere un compromesso e decidere alcune misure restrittive a decorrere dal 26 maggio.
Nell’attesa Berlusconi tiene un profilo basso. Per il monarca l’idea di venire oscurato è insopportabile. S’illude di poter mantenere un ruolo da protagonista, anche se l’età sta corrodendo la sua immagine di eterno giovane. Per un infiammazione al ginocchio è stato ricoverato al San Raffaele, cammina con le stampelle, ma non ha la forza necessaria per stare in piedi. Rintanato nella prigione dorata di Arcore, sembra depresso e preoccupato per “l’abbraccio mortale” di Renzi.
Nel frattempo nel suo partito cresce la confusione. In molti si preparano a lasciare la nave che rischia di affondare dopo una sconfitta alle europee. Una ventina di parlamentari sono pronti a trasferirsi nel partitino dell’ex segretario Angelino Alfano. All’ultimatum posto dal capogruppo Renato Brunetta a Matteo Renzi è seguita un’umiliante smentita di Berlusconi, segnale eloquente dei profondi dissidi interni.
Ufficialmente Forza Italia insiste sul varo definitivo della legge elettorale. Ma per assurdo Berlusconi deve temere propria quella. Perché la legge strampalata concordata tra Renzi e Berlusconi prevede un ballottaggio tra i due partiti maggiori nel caso che nessuna forza politica arrivi al 37 per cento. E nei sondaggi Forza Italia è terza dopo il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. Un vero incubo per l’ex Cavaliere.
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