L’ambizioso programma di Sebastian Kurz e dei verdi alla prova dei fatti
Il 7 gennaio a Vienna c’è stato il giuramento del nuovo governo austriaco, che unisce due partiti finora lontani: i popolari e i verdi. È l’unica coalizione di questo tipo in Europa. In quattro paesi dell’Europa del nord i verdi sono al governo, ma con i socialdemocratici.
Nonostante lo scetticismo degli osservatori e dei mezzi d’informazione i popolari di Sebastian Kurz hanno assecondato la volontà dei verdi di trasformare l’Austria nel paese più ecologico d’Europa. Ci sarà una tassa sull’emissione di CO2, i biglietti degli aerei aumenteranno di dodici euro mentre diminuirà il prezzo dei treni. La complessa e ambiziosa agenda ambientale sarà nelle mani di Leonore Gewessler, 43 anni, ministra per l’ambiente, l’energia e le infrastrutture. Inoltre, per la prima volta il governo viennese conterà più donne che uomini: otto su quindici. La bosniaca Alma Zadić alla giustizia sarà la prima ministra proveniente da una famiglia di immigrati.
Il pragmatico capo dei verdi, Werner Kogler – futuro vicepremier – non nasconde la sua euforia: “Stiamo unendo l’economia all’ecologia”. L’economista di 57 anni promette una massiccia lotta contro la corruzione e per la trasparenza. Sarà abolito il segreto di stato: “Vogliamo una repubblica di vetro assolutamente trasparente. Ci sarà un mondo nuovo e sarà un mondo verde. Saremo pionieri in Europa”.
L’Austria punta a raggiungere la neutralità climatica nel 2040, dieci anni prima dell’Unione europea e della Germania. Molti punti del contratto di governo di trecento pagine sembrano utopistici, come “l’eliminazione di tutti i sistemi di riscaldamento basati su gasolio e carbone entro il 2035”. Tra le priorità dei verdi c’è anche la lotta contro la povertà infantile.
A sorpresa il congresso dei verdi a Salisburgo ha dato al programma un sostegno plebiscitario del 94 per cento.
Criticità
Non mancheranno i conflitti con l’Italia. Sull’autostrada del Brennero – già troppo intasata – il governo austriaco intende vietare il trasporto di merci come l’acciaio, il cemento, il legno e i materiali edili, da trasportare su rotaia. È un divieto già contestato dai trasportatori italiani che annunciano ricorsi a Bruxelles.
I popolari di Kurz occupano i ministeri più importanti: esteri, interno, economia, agricoltura e migrazione. Susanne Raab, 35 anni, sarà ministra all’immigrazione – un dicastero che Kurz aveva subito reclamato per il suo Partito popolare austriaco (Övp). Perentorio il suo no alla ripartizione dei migranti salvati nel Mediterraneo.
Pur essendo in politica da sette anni, il leader politico di 33 anni resta il capo di governo più giovane dell’Unione europea. La sua promessa più importante è una riduzione delle tasse.
Con il giuramento del governo si dimette la cancelliera ad interim Brigitte Bierlein, prima donna scelta dal presidente Alexander Van der Bellen a governare il paese. Così a Vienna dopo sette mesi si conclude la lunga crisi aperta dal famoso scandalo dell’Ibiza gate, che ha portato all’uscita dalla politica del vicepremier Hanz-Christian Strache e alla sconfitta del suo partito di estrema destra Fpö.