In [Les Gens du Monde][1] (“La gente del Monde”), il documentarista francese Yves Jeuland racconta il lavoro dei giornalisti del servizio politico del quotidiano parigino durante la campagna per le presidenziali del maggio 2012, quando a dirigerlo era ancora [Erik Israelewicz][2], morto sei mesi dopo.
Si fa conoscenza con i giornalisti — alcuni navigati e molti giovani — e i dirigenti del celebre giornale e si assiste dall’interno alle discussioni che percorrono la redazione “print” e “web”, come ormai si dice qui. Si scopre che i giornalisti sono cinici (ma va?) e a volte un po’ pieni di sé (se poi sono francesi aiuta), ma anche che non sono ideologicamente omogenei e hanno come scopo di fare il miglior giornale possibile e che, per farlo, si discute molto e si lavora un sacco.
Lo stile, un’immersione totale nella vita quotidiana della redazione, senza commenti né interventi rivolti all’autore sul mestiere o sugli avveniementi, è abbastanza indulgente con il suo soggetto, può non piacere e lasciare un po’ a bocca asciutta, ma il film ha il merito di raccontare come viene fatto un giornale (o almeno una parte) ed è sempre una cosa affascinante perché in fondo è un lavoro molto artigianale.
Il film racconta anche, come spiega Libération,
l’elenco delle preoccupazioni del mestiere come viene praticato oggi: mutazione digitale, tempo reale, rapporto con i social network e il pubblico, vicinanza con i politici
Interessanti anche le reazioni del pubblico, che s’indigna quando vede che i giornalisti parlano del problema dell’aggiornamento della necrologia dell’ex Primo ministro Michel Rocard poco dopo che hanno saputo che è stato colto da un ictus e spiegano che una morte tra le 10 e le 11 di mattina è un vero problema perché il giornale va in stampa. O che si stupisce nello scoprire che la muta dei giornalisti — soprattutto fotografi e cameramen — che circonda i politici durante i loro spostamenti praticamente li isola dalle persone che erano venuti a incontrare. O ancora di come i politici sfruttino l’appetito dei giornalisti per le dichiarazioni e gli scoop a loro vantaggio.
Intanto Le Monde non è stato distribuito a Parigi il 27 settembre a causa di uno sciopero (siamo in Francia, ricordate?) indetto dal personale per protestare contro la riforma dei servizi amministrativi e tecnici del gruppo. I dipendenti hanno letteralmente staccato la spina al giornale, interrompendo la corrente per 45 minuti durante la fine mattinata, “perturbando fortemente la produzione del quotidiano e del sito d’attualità LeMonde.fr”, spiega Les Echos.
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