Ogni volta che mi concentro sulla bellezza di un viso, sulla perfezione di ogni singolo dettaglio, mi sembra come se non potessi cogliere cosa ho di fronte, sedotto dallo standard di bellezza dell’altro o dalla sua opinione su quali siano le sue migliori qualità. E di solito questo non è mai auspicabile. Così ogni sessione diventa una sfida.
Queste sono parole di Richard Avedon, fotografo di moda statunitense, che svelano l’essenza dello stile innovativo con cui ha sfidato i canoni della bellezza convenzionale. In sessant’anni di carriera ha ritratto celebrità, amici e parenti con umorismo e intuito, guidato dalla capacità della fotografia di evocare la personalità del soggetto, di cui non trascurava nulla: la posa, gli accessori, l’atteggiamento, i vestiti indossati. Tutto era fondamentale per giungere alla rivelazione del ritratto finito.
Prima di diventare un maestro, Avedon (1923-2004) era assistente fotografo della marina mercantile durante la seconda guerra mondiale. Il suo compito principale era scattare foto identificative dei soldati, così si ritrovò a realizzare migliaia di ritratti senza essere un professionista. Dopo la guerra entrò nel mondo della moda con una straordinaria padronanza della composizione, della gestione dei set ma soprattutto rifiutandosi di distinguere tra fotografia artistica e commerciale. Il ritratto dell’attrice famosa, la grande campagna pubblicitaria, il reportage culturale e sociale, trovavano lo stesso spazio e la stessa considerazione nel mondo di Richard Avedon.
Il 27 febbraio la galleria Gagosian di Roma inaugura la retrospettiva Avedon: beyond beauty che celebra in particolare la rappresentazione della figura femminile secondo il fotografo, tra provocazione, ribellione e autentica creatività. La mostra sarà aperta al pubblico fino all’11 aprile 2015.
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