Nel 2011 ho scritto la recensione del disco d’esordio di James Blake. Prima di ascoltare le canzoni, non sapevo quasi niente di questo ragazzo inglese classe 1988, nato a Enfield, nel nord di Londra. Che prima di fare il cantante pop faceva il dj nei club notturni della capitale britannica. Blake è il figlio di James Litherland, storico musicista e produttore inglese e membro dei Colosseum.

Quasi subito ho avuto una piccola rivelazione. James Blake, dentro un esoscheletro di musica elettronica da nottambulo di Dalston, nasconde un’anima soul profonda e affascinante. E il suo omonimo album d’esordio è stato uno dei dischi più sorprendenti degli ultimi anni. Un lavoro in grado di aprire autostrade sonore a un certo tipo di musica pop contemporanea.

C’erano grandi canzoni, in quel disco. Come la cover di Feist Limit to your love, o Lindisfarne I/II. Pezzi che a volte esageravano nei virtuosismi da pop cameristico, ma avevano un fascino raro nella musica pop di oggi. Tutte impressioni confermate quando ho visto James Blake in concerto a Milano: giovane, timido e magnetico.

Ieri sera James Blake ha annunciato ufficialmente il suo ritorno. Il nuovo album Overgrown uscirà nei negozi l’8 aprile. E su Bbc 1 Zane Lowe ha fatto ascoltare in anteprima il primo singolo, che si intitola Retrograde e sarà disponibile dall’11 febbraio.

Dopo i primi ascolti,

Retrograde mi ha già convinto. È un pezzo più basato sul ritmo rispetto a quelli passati, come del resto Blake aveva anticipato nei mesi scorsi. Ma il solito retrogusto soul nel cantato è sempre lì, per fortuna.

Così come quelle basi elettroniche, quelle saturazioni di vocoder quasi dissonanti che cozzano ostinatamente contro le corde vocali di questo ragazzo. Che dimostra ogni giorno di più una maturità artistica impressionante.

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