Due notizie mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca, negli ultimi giorni. L’annuncio del nuovo disco dei Daft Punk e quello del ritorno dei [Queens of the Stone Age][1]. Entrambi i progetti hanno in comune una cosa: sono pieni di ospiti prestigiosi.
Random access memories, il nuovo disco dei [Daft Punk][2], uscirà nei negozi il 21 maggio e conterrà tredici canzoni.
Per farsi aiutare nelle registrazioni, il duo francese formato da Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter ha saccheggiato l’agenda telefonica. L’unico ospite annunciato per ora è Nile Rodgers, decano del funk statunitense ed ex leader degli Chic. Ma tra gli altri nomi usciti fuori, e altamente probabili, ci sono Giorgio Moroder, Paul Hamilton Williams Jr. e Panda Bear degli [Animal Collective][3].
Giorgio Moroder è un compositore italiano trapiantato a Los Angeles, vincitore di diversi premi Oscar e pioniere della musica elettronica. L’arrangiatore di [I feel love][4] di Donna Summer, per capirci.
Il gruppo francese, come [ha scritto Pitchfork][5], ha anche arruolato un altro compositore premio Oscar, Paul Hamilton Williams Jr. Un musicista apparentemente lontano dal loro mondo. Per quanto riguarda Panda Bear, da fan degli Animal Collective non posso che essere curioso se sarà confermato.
Della musica, per ora, quasi nessuna traccia. Solo un estratto senza titolo, messo in onda durante una puntata del Saturday night live.
I Daft Punk non sono gli unici ad essersi dati da fare. I Queens of the Stone Age, guidati dal padre-padrone Josh Homme, per il nuovo album …Like clockwork hanno fatto altrettanto. Per prima cosa hanno firmato un contratto [con la storica etichetta indipendente Matador][6] e fissato la data d’uscita per giugno.
Poi hanno annunciato gli ospiti. Qualche nome? Elton John, Dave Grohl (alla batteria, la cosa che gli riesce meglio), Alex Turner [degli Arctic Monkeys][7], [Trent Reznor][8], Mark Lanegan e Jake Shears.
Per i fan del gruppo, alla lista si è aggiunto un altro nome: Nick Oliveri, ex bassista degli stessi Queens of the Stone Age e fondatore, insieme a Homme, [dei Kyuss][9]. Per la musica, oltre a qualche frammento audio [sul sito della band][10], è arrivata un’anteprima live al Lollapalooza. Il nuovo pezzo si chiama My god is the sun.
Insomma, per quanto i Daft Punk e i Queens of the Stone Age non abbiano praticamente nulla in comune, i loro nuovi progetti hanno un minimo comun denominatore: gli ospiti e l’ambizione.
Qualche dubbio? Personalmente tanti. Da fan di entrambi i gruppi, resto scettico sulle abbuffate di guest star, sulle strategie un po’ a tavolino. E su quelli che nel mondo della musica sono chiamati “i supergruppi”. Certo, nella storia del rock ci sono stati anche esempi positivi, ma sono una minoranza.
D’altra parte, entrambe le band sono abituate alle collaborazioni e in passato sono riuscite a farle anche molto bene, come nel bellissimo Songs for the deaf dei Queens of the Stone Age.
Ma spesso non basta avere una buona agenda telefonica per fare un buon disco. Qualcuno si ricorda gli Audioslave?
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