Il 23 giugno è cominciato il tour italiano degli Arcade Fire. La band canadese ha suonato il 23 al Rock in Roma e il 24 si esibisce al Castello Scaligero di Villafranca di Verona. Autori di almeno un paio di mezzi capolavori (Funeral e Neon bible, per esempio), gli Arcade Fire sono una delle band più influenti degli ultimi anni. Per chi non li conosce, o per chi vuole riascoltarseli un po’, ecco cinque canzoni che riassumono la loro carriera, cominciata nel 2004.
Neighborhood #1 (Tunnels)
Il brano che apre Funeral, disco d’esordio irripetibile per intensità e ispirazione. Il crescendo strumentale, grazie al riff di chitarra che si intreccia con il pianoforte, la rende una delle canzoni più belle del decennio scorso.
Wake up
Altro brano di Funeral, è quello che di solito chiude i concerti del gruppo. Il ritornello, nella sua semplicità, è perfetto.
No cars go
Canzone estratta da Neon bible, il secondo album della band. Altro pezzo che rende al massimo dal vivo, grazie al suo piglio epico on the road un po’ alla Bruce Springsteen.
Suburban war
The suburbs è il disco degli Arcade Fire che più si avvicina all’idea di concept album. I testi sono stati ispirati dall’infanzia in Texas di Win Butler (cantante e chitarrista del gruppo) e di suo fratello William, e sono ricchi di immagini nostalgiche e retrò, come quelle di Suburban war.
Reflektor
Con Reflektor gli Arcade Fire hanno dato una svolta alla loro carriera, abbandonando l’indie rock e spostandosi verso territori più sperimentali. Con l’aiuto di James Murphy, ex leader degli Lcd Soundsystem, hanno registrato un disco influenzato dalla musica dance e perfino dalla tradizione della rara haitiana. La sintesi del nuovo corso si trova tutta nel singolo di lancio, che si intitola proprio Reflektor.
Giovanni Ansaldo lavora a Internazionale. Si occupa di tecnologia, musica, social media. Su Twitter: @giovakarma
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