Il ritorno di Róisín Murphy e le altre canzoni per il weekend
Róisín Murphy, Ten miles high
L’irlandese Róisín Murphy è stata la cantante dei Moloko, ottima band di musica elettronica di fine anni novanta. Da qualche anno Murphy ha avviato un’ottima carriera solista, culminata con il suo ultimo disco Take her up to Monto, uscito l’8 luglio. Take her up to Monto, con quel titolo curioso che cita il folk irlandese, è forse l’album migliore degli ultimi anni. Registrato ancora una volta insieme a Eddie Stevens, già storico collaboratore dei Moloko, il disco ondeggia con grazia tra tutti i generi, dal pop al cabaret, dalla disco all’elettronica più minimalista e mantiene come filo conduttore la voce della cantante irlandese, abile a muoversi tra registri diversi. Rispetto al precedente Hairless toys, c’è maggior equilibrio tra melodia e sperimentazione. E questa è un’ottima notizia.
Arca, Baby doll (ft. Mica Levi)
Il venezuelano Arca, al secolo Alejandro Ghersi, è ormai uno dei punti di riferimento dell’elettronica mondiale. Da produttore, ha lavorato con Kanye West, FKA Twigs e Björk, e ha già alle spalle tre album, tre ep e diversi mixtape. La sua musica è dissonante e spesso difficile da digerire. Ma per chi ha la pazienza di entrarci dentro, e il coraggio di affrontare certi passaggi sonori un po’ cyberpunk, può regalare grandi soddisfazioni. Il 4 luglio il musicista venezuelano ha pubblicato gratis un nuovo disco, intitolato Entrañas e composto da un’unica lunga traccia di 25 minuti. Il sesto brano, Baby doll è introdotto da un dialogo tratto dal film Il giardino di cemento. La voce è quella di Charlotte Gainsbourg. Il pezzo comincia attorno al minuto 5.25.
Hiss Golden Messenger, Biloxi
Il progetto Hiss Golden Messenger ruota attorno al cantautore M.C. Taylor. Musica profondamente americana, tanto tradizionalista quanto sincera, che pesca da Bob Dylan, dai Creedence e dal rock sudista dei Black Crowes. Il nuovo disco del collettivo s’intitola Heart like a levee e uscirà il 7 ottobre. È stato registrato a Durham, in North Carolina, con alcuni musicisti presi in prestito da Bon Iver e Megafaun. Il precedente album, Lateness dancers, era un gran bel disco, per chi ama il genere.
Disasterpeace, Title
In questi giorni nella sale italiane, con un po’ di ritardo, è in programmazione It follows, brillante film horror diretto da David Robert Mitchell presentato a Cannes nel 2014. Invadendo senza pudore il territorio cinematografico, non me ne voglia il mio collega Piero Zardo, ve lo consiglio. Uno dei punti di forza del film di David Robert Mitchell è la sua colonna sonora, firmata da Disasterpeace, all’anagrafe Rich Vreeland. Disasterpeace, prima di lavorare a It follows, aveva scritto solo colonne sonore di videogiochi (un po’ si sente) e ha scelto di esordire sul grande schermo omaggiando a tutto spiano il maestro John Carpenter.
Lulus Band, I can feel it
Tre anni fa la casa discografica britannica Soundway Records ha pubblicato una compilation intitolata Kenya special, dedicata alla musica del paese africano negli anni settanta e ottanta. A ottobre uscirà la seconda puntata del progetto, Kenya special 2. I Lulus Band erano specializzati nel benga, un genere musicale a metà strada tra kwela, musica da ballo nata in Sudafrica, e del soukous, una variante della rumba congolese. Piccola parentesi: se non conoscete la rumba congolese, andate a recuperarvi questo pezzo. Non smetterete più di ballare.