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Frank Ocean, Bon Iver e le altre canzoni per il weekend

Premessa: il cantante e rapper Frank Ocean nelle scorse ore ha pubblicato della nuova musica, a quattro anni dall’uscita dall’acclamatissimo Channel orange. Si tratta di un visual album, cioè un cortometraggio accompagnato da brani inediti. Probabile che Endless sia l’antipasto del disco vero e proprio, che dovrebbe intitolarsi Boys don’t cry e potrebbe uscire nel fine settimana. Se prima di ascoltare le cinque canzoni volete dare un occhio a questo strano oggetto promozionale (il teaser di un trailer?) servitevi pure. Aggiornamento (22 agosto): il disco vero e proprio è arrivato e si intitola Blond.

Bon Iver, 22 (OVER S∞∞N) [Bob Moose extended cab version]
Justin Vernon negli ultimi anni, dopo il fulminante esordio di For Emma, forever ago, è stato un po’ come il prezzemolo. Lo si trovava nel progetto Volcano Choir, nei pezzi di Kanye West e più recentemente in un brano di James Blake. L’onnipresenza, nel mondo della musica, non è mai una buona idea. Però bisogna ammetterlo: quando Vernon rimette mano al progetto Bon Iver ci consegna sempre musica di ottima qualità. I due nuovi brani del musicista canadese, primi estratti dal nuovo disco 22, A million (in uscita il 30 settembre) sono due affascinanti bozzetti musicali, che fanno un uso dei campionamenti più marcato rispetto al passato. Il sassofono che si apre a metà di 22 (OVER S∞∞N) basta da solo a spazzare via qualsiasi scetticismo.


Elza Soares, A Mulher do fim do mundo
Elza Soares, 79 anni, è un’icona della musica brasiliana. La sua vita è stata tanto intensa quanto tragica. Nata nel 1937 in una favela di Rio, è stata costretta a sposarsi a 12 anni e ha avuto il primo figlio a tredici. È rimasta vedova a 21, dopo aver avuto altri quattro figli. Nonostante questo, è diventata una delle più grandi star della musica brasiliana. Si è risposata con il calciatore Garrincha, alcolizzato e violento, morto di cirrosi negli anni ottanta. Queste sofferenze si sentono tutte nel suo ultimo album, A Mulher do fim do mundo, uscito nel 2015 e recentemente ristampato. È un disco bellissimo e coraggioso. È stato registrato con un gruppo di giovani musicisti di São Paulo e mescola il samba brasiliano con il rock e il noise. È fatto di canzoni sporche, dove Soares quasi sputa le parole più che cantarle, e coinvolgenti. Tra le cose più belle che ho ascoltato negli ultimi mesi.


Stranger things Soundtrack, Main theme
La serie tv Stranger things è stata una piacevole sorpresa estiva. Ben scritta, ben recitata e piena zeppa di omaggi al cinema degli anni ottanta. Tra le varie ragioni del suo successo c’è una colonna sonora impeccabile. Le musiche della serie, tutte fatte con sintetizzatori dal sapore anni ottanta, sono state scritte e registrate da Kyle Dixon e Michael Stein della band statunitense Survive. Ispirati dal maestro John Carpenter, ma anche un po’ da Cliff Martinez (quello delle musiche di Drive), i musicisti hanno scritto dei brani così belli che vale la pena ascoltarli anche dopo aver visto la serie.


Oasis, D’you know what I mean? (2016 remaster)
Quando nel 1997 è uscito Be here now, dopo il successo planetario di (What’s the story) Morning glory?, gli Oasis erano la più grande rock band del pianeta, a livello di vendite e popolarità. Da lì è cominciato il loro declino. Registrato in un clima surreale, in un periodo in cui Noel e Liam Gallagher facevano colazione a pane e cocaina, Be here now contiene tutti i possibili eccessi del sound degli Oasis e ne evidenzia con ferocia tutti i limiti. Ma proprio per questo, a distanza di anni, resta un disco piacevole da ascoltare e con diverse ottime canzoni. A ottobre uscirà una ristampa dell’album e per l’occasione Noel Gallagher ha rimesso mano a D’you know what I mean?. Il risultato è interessante: il pezzo è più corto (l’originale durava otto minuti) e, una volta tolte le infinite sovraincisioni di chitarra presenti nell’originale, si scopre che sotto c’era pure un’orchestra. Io però continuo a preferire la tracotante versione del 1997.


Commodo, My liege
La musica del britannico Commodo mescola diversi generi, dall’hip hop al dubstep, dalla musica etnica al grime. Il suo ultimo album, How what time, è stato pubblicato dalla Black Acre (un’etichetta da tenere sempre d’occhio se vi piace la musica elettronica) ed è stato registrato in diverse città del Regno Unito, ma anche in Turchia e in Germania. In questo brano Commodo ha anche campionato un clavicembalo, aggiungendo un tocco barocco al suo stile moderno.


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