I Weather Station tra crisi climatica e amori tormentati
The Weather Station, Atlantic
Ignorance, il nuovo disco dei canadesi Weather Station, comincia con dei colpi secchi sui piatti della batteria, che pian piano crescono d’intensità. Poi si aggiunge il rullante, entra il piano, la voce e infine dei fiati quasi jazz. Il brano iniziale dell’album, Robber, monta così, come una marea, e suona come un avvertimento. Descrive il capitalismo selvaggio come un rapinatore, che ruba “con il permesso delle leggi e con il permesso delle banche”. Dalla prima volta che la ascolti, Robber sembra già un classico. Nella voce di Tamara Lindeman, la leader della band, affiorano echi di Stevie Nicks e Joni Mitchell. Nel suo poetico minimalismo s’intravede uno studio attento di Leonard Cohen. Il modo di piegare il sassofono jazz al servizio della musica leggera fa venire in mente Blackstar di David Bowie (un po’ come il capolavoro finale del Duca Bianco, Ignorance è stato registrato in presa diretta, dando spazio all’improvvisazione dei musicisti). Intendiamoci, Lindeman non è all’altezza di questi mostri sacri, ma dimostra di averli assimilati molto bene.
Finito il crescendo di Robber, il disco tira dritto come un treno, sferrando un altro cazzotto: ecco Atlantic, guidata anch’essa da una batteria incalzante. Il pezzo parla di oceani insanguinati e piante morenti. Lindeman nella sua città, Toronto, è un’attivista per il clima e riversa nella canzone i suoi timori ecologisti. Forse c’entra il fatto che è nata e cresciuta in una zona rurale dell’Ontario. E ancora, I tried to tell you è una dolente canzone d’amore quasi alla Suzanne Vega, mentre in Parking lot Lindeman tira fuori un bellissimo falsetto.
Nel quinto brano, Loss, la cantante scrive altri versi notevoli (”At some point you’d have to live as if the truth was true”). Fino a questo punto, il disco ha una sequenza irresistibile. Poi arriva il pezzo più alla Fleetwood Mac di tutti: Separated, forse il primo a non raggiungere livelli eccelsi. Però subito dopo c’è la ballata al piano Trust, che comincia quasi come Mad world nella versione di Gary Jules e parla di un divorzio, ad alzare di nuovo il livello. E sul finale c’è l’ultima zampata: Subdivisions è una canzone on the road su un amore finito, sulla fuga di un’amante lungo un’autostrada innevata. Bruce Springsteen non avrebbe usato parole così sofisticate (disembodied, disappearance, envisioned), ma ne invidierebbe sicuramente l’intensità emotiva. Amori tormentati, crisi climatica, ingiustizia sociale, introspezione. Che disco, Ignorance. Siamo all’inizio di febbraio e abbiamo già materiale per le classifiche di fine anno.
Vampire Weekend, 2021 (in the space between two pieces of wood)
I Vampire Weekend hanno pubblicato un nuovo ep, intitolato 40:42, che consiste in due brani, entrambi di 20 minuti e 21 secondi. Sono due rielaborazioni di 2021, una canzone dell’ultimo album del gruppo, Father of the bride. I pezzi sono stati riarrangiati rispettivamente dal sassofonista californiano Sam Gendel e dal quintetto rock del Connecticut Goose. Un divertente esercizio di stile.
Mace, Colpa tua (con Venerus e Gué Pequeno)
Il dj e produttore milanese Mace, al secolo Simone Benussi, nel suo disco Obe – che sta per Out Of body experience (esperienza extra-corporea) – ha messo insieme 17 pezzi di grande varietà stilistica, radunando alcuni dei migliori rapper italiani: Salmo, Gué Pequeno, Noyz Narcos, Gemitaiz. E ha creato una specie di rap psichedelico, che viaggia lento ma colpisce quasi sempre il bersaglio. C’è il singolone (La canzone nostra), ci sono i momenti old school (Dal tramonto all’alba) e altri più inclassificabili (In Ayahuasca Colapesce fa un improbabile duetto con Chiello degli Fsk Satellite). Un modo intelligente e originale per fare rap in Italia, nel 2021.
Bomba Estéreo, Agua (feat. Lido Pimienta)
La band colombiana Bomba Estéreo è pronta a pubblicare il suo primo album in quattro anni, intitolato Deja e in uscita la prossima primavera. Il primo singolo è Agua, dov’è ospite la compatriota Lido Pimienta, autrice di uno degli album più belli del 2020.
Mahmood, Inuyasha
Nel suo nuovo singolo Mahmood cita i manga, canta un ritornello aperto e si fa accompagnare da una chitarra acustica satura di effetti. Inuyasha è un pezzo pop non banale e arrangiato bene da Dardust. Ma ancora non ho capito se mi piace o no.
P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto!
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