L’attenzione sta diminuendo. La guerra scende nella scaletta dei telegiornali. E sappiamo tutti come andrà a finire: le tv e la stampa torneranno a casa, i riflettori si spegneranno e il regolamento di conti continuerà nel buio. Come il set di un film, quando tutti se ne vanno e restano solo le cartacce e le lattine vuote. In Afghanistan rimarranno le organizzazioni umanitarie e forse qualche fotografo più ostinato. “Adesso siamo anche noi criminali di guerra”, ha scritto Robert Fisk dopo il massacro di Mazar-e-Sharif. Il Foglio, quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, attacca Fisk perché fa del moralismo “facile” e “abusa della sua coscienza”. Noi invece siamo contenti che Fisk abusi della sua coscienza. E che continui a raccontarci, anche mentre la troupe lascia il set, l’uomo sudato e senza gambe, la bambina che chiede l’elemosina, i due anziani nelle carriole. Il suo articolo è a pagina 38.
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