Senza togliere nulla, ma proprio nulla, alla gravità dell’attentato di Nassiriya, vorremmo provare a dire che la retorica militarista e patriottica di questi giorni è veramente brutta. Talmente stonata da sembrare falsa. Giornali e tv hanno fatto a gara nella costruzione di quello che forse lo storico americano Daniel Boorstin avrebbe definito uno pseudo-evento: cioè quegli eventi che si svolgono solo per essere raccontati dai mezzi di informazione. In queste ore ci è stato descritto un paese che sembra aver voglia solo di bandiere a mezz’asta, marce funebri, lacrime di vedove, inni nazionali e saluti militari. Ma i giornalisti devono informare e se possibile spiegare, non celebrare o piangere. L’inchiesta di David Rieff che pubblichiamo in questo numero è lunghissima, anche per i nostri standard. Finora è l’analisi più convincente, seria, approfondita (e quindi più citata in tutto il mondo) sul perché la superpotenza americana si sia così drammaticamente impantanata nella profonda palude irachena.
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