Non se ne può più. L’arrivo dell’autunno è appesantito dalla ripresa a pieno regime del palinsesto televisivo. Tranne poche eccezioni, è il nulla. Vuoto pneumatico. Al punto che le cose appena decenti sono salutate come capolavori. Ma questo sfascio non è il risultato di incapacità o scarso impegno: si tratta di un disegno ben preciso. Qualche settimana fa, Le Monde ha pubblicato dei brani di un libro-intervista a Patrick Le Lay, amministratore delegato di Tf1 (che in Francia è come dire Canale 5). Scandalo. In realtà Le Lay ha solo detto quello che tutti – nel suo campo – pensano, sanno e fanno. “Il mestiere di Tf1 è aiutare la Coca-Cola, per esempio, a vendere il suo prodotto. Perché un messaggio pubblicitario sia assorbito, bisogna che il cervello del telespettatore sia disponibile. L’obiettivo dei nostri programmi è renderlo disponibile: divertirlo, rilassarlo per prepararlo tra due spot. Quello che vendiamo alla Coca-Cola è tempo di cervello umano disponibile”.
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