“I segni del declino dell’impero sono ovunque. La popolazione che disprezza le istituzioni, il calo del tasso di natalità, il rifiuto degli uomini di servire nell’esercito, un debito nazionale incontrollabile, la diminuzione costante delle ore di lavoro, l’invasione dei funzionari, la degenerazione delle élite. Con il crollo del sistema marxista-leninista non possiamo più citare alcun modello di società del quale si possa dire: ‘Ecco come ci piacerebbe vivere’. Anche se, come in tutte le epoche, troveremo sempre un ciarlatano pronto a dirci che la salvezza è nella comunicazione, nei microcircuiti, nella rinascita religiosa, nella forma fisica o in qualunque altra sciocchezza, il declino di una civiltà è inevitabile come lo è quello degli individui. Tutt’al più possiamo sperare di ritardare leggermente il processo. Ma nient’altro”. Questa settimana con Internazionale c’è Il declino dell’impero americano: uscì al cinema nel 1986, ma sembra scritto ieri.
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