David Randall era preoccupato. A chi interessa un giornalista che parla di giornali? Ma si sbagliava: sabato scorso la sala Estense era stracolma. Trentadue eventi, sessantaquattro ospiti provenienti da ventotto paesi, trentaduemila presenze. Il doppio dell’anno scorso. Se c’è un filo rosso che ha attraversato i tre giorni di Internazionale a Ferrara, oltre al sole caldo, i sorrisi e la voglia di capire, è la critica spesso feroce dei mezzi d’informazione. Nell’intervista con Noam Chomsky, negli incontri sull’Italia e sui rom, nelle discussioni sul terrorismo, sull’economia o sull’ambiente. “Abitiamo il racconto della crisi, non la crisi”, ha scritto Giuseppe Granieri a proposito della tempesta finanziaria. Quando sarà passata (speriamo) qualcuno dovrà pure spiegarci perché i giornali che prima rassicuravano oggi terrorizzano e quale ruolo hanno giocato nell’accelerare la perdita di fiducia o, al contrario, nel nascondere le cattive notizie.

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