“Che sia possibile, nel 2009, far votare al parlamento, con i voti della destra e di una parte della sinistra, una legge indegna come quella in discussione oggi è un ulteriore segno del fatto che le élite politiche ed economiche di questo paese non capiscono nulla di giovani, di tecnologia e di cultura”. Sembra l’Italia, ma siamo in Francia. E sono parole di Jacques Attali, intellettuale ed economista, a lungo consigliere di Mitterrand. Nel suo blog, Attali ha attaccato il progetto di legge che vuole impedire il download gratuito di musica e film. L’ha definito “scandaloso e ridicolo”, perché applica una norma sul diritto d’autore che risale al diciottesimo secolo. Bisogna trovare nuovi modi. Nei commenti al suo post, un anonimo lettore ha scritto: “Sono un musicista indipendente. Lei avrà l’autorità morale per dare lezioni sulla gratuità solo quando avrà messo gratis su internet tutti i suoi libri”. Il giorno dopo Attali l’ha fatto: i cinquanta saggi che ha scritto negli ultimi trent’anni sono online a disposizione di tutti. Non è vero che Attali ha messo gratis i suoi libri online. GDM

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