Dal 1988 sono morte lungo le frontiere europee almeno 18.673 persone. Il dato è aggiornato al 10 novembre 2012, ma il numero reale potrebbe essere molto diverso, perché nessuno sa quanti siano davvero i migranti annegati in naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Anche quando sono ripescati dai sommozzatori dei vigili del fuoco oppure spinti dalla corrente fino a riva, raramente si vengono a sapere i loro nomi.

Sono corpi allineati su una spiaggia e coperti da un telo bianco, come quelli dei tredici migranti annegati lunedì 30 settembre mentre cercavano di raggiungere la spiaggia di Sampieri, nel comune di Scicli, in provincia di Ragusa. Al polso un braccialetto di plastica bianco con un numero scritto a pennarello. Ma tre di loro avevano un documento infilato nella tasca dei pantaloni. E oltre alla data e al luogo della loro morte, hanno avuto diritto almeno a un nome, a un cognome, a un luogo di nascita.

Gebremic Hael Belay Tesfagergish, 27 anni, nato ad Adi Bahro, in Eritrea.

Tekeste Weldetinsaie Berhe, 43 anni, nato ad Asmara, in Eritrea.

Tekhlehaimanot Shishay Ogbay, 30 anni, nato a Maimine, in Eritrea.

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