Cara redazione, vi scrivo per esprimere tutto il disagio di una ragazza della mia generazione. Una generazione che ha visto lo smantellamento dei diritti sociali acquisiti in anni di lotte e di opposizione. Dove sono finite le norme che avrebbero dovuto tutelare la dignità dei lavoratori? Con una regolamentazione contrattuale a termine e con prospettive future a intermittenza, alcune categorie di lavoratori non hanno nessuna difesa. Tra poco più di un mese mi scadrà l’ennesimo contratto di lavoro e io dovrò ricominciare da capo, ancora una volta. Cosa vuol dire dare l’anticipo per una casa, decidere di avere una famiglia, comprare una macchina? Ho 29 anni e per vivere devo accontentarmi delle briciole che mi vengono concesse da altri. Vorrei pensare a un futuro che vada oltre i sei mesi, ma sono solo una precaria, un fantasma senza diritti.
Vi avevo scritto questa lettera nel 2007. Oggi vivo nelle stesse condizioni. In questi anni i governi hanno collezionato interventi basati, almeno in teoria, sulla semplificazione delle norme per facilitare le assunzioni, ma di fatto hanno preso decisioni estremamente discutibili. I precari, insieme al lavoro e alle tasse, sono diventati un argomento da campagna elettorale. Ma la verità è che nessuno ha fatto niente.
Edvige Corina
Roma
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